lunedì 26 maggio 2008

Beautiful cauntri

A parte che Saviano non sarà simpatico ma un conto è scrivere un romanzo, un conto è che la tua casa editrice e i giornali ci costruiscano sopra un fenomeno (e che dovrebbe fare Saviano, ditemi? Impedire alla Mondadori di pubblicare un audio libro dal suo romanzo? Stracciare il contratto? Annegarsi nel laghetto di Segrate?); a parte che adesso Saviano è un esibizionista perché ha rifiutato la passerella ed è ovvio che una volta arrivato lì mi si nota di più se rinuncio piuttosto che se la faccio questa cavolo di passerella; a parte che per alcuni Garrone non sa neanche mettere a fuoco e per altri ha fatto troppo un documentario e per altri ancora ha fatto un film estetico e insomma alla fine non ha fatto nessuno dei due e quindi è una merda; a parte che se Gomorra (film e libro) non se lo fosse cagato nessuno sarebbe diventato ben presto un fenomeno della rete, il libro di culto tra i blogger e altre cagate così, a parte tutto questo c'è da dire però che siete davvero un pubblico meraviglioso perché pur di criticare Saviano, il Gomorra-marketing, il savianesimo e tutta quella roba lì avete eletto Pasquale Squitieri a vostro pensatore di riferimento.

[Nota a margine: Saviano non ha fatto il red carpet. Non mi pare abbia neanche partecipato a festa alcuna. Quando l'ho visto io stava seduto su un divanetto nello spazio Italia, all'Hotel Hogan Hilton. Sembrava una persona normale (ma dai?). Le guardie del corpo non gli erano appiccicate (ma dai?), ma se ne stavano per i cavoli loro sul terrazzo. Si sono avvicinate e lo hanno preceduto solo quando lui ha deciso di tornare in albergo. L'unica colpa che gli si può attribuire è di natura estetica: Savia', quella camicia rossa che tenevi nun se' po' vede'.]

10 commenti:

  1. Scusa, mi autocito da un commento: "la savianizzazione mediatica non è certo colpa di Saviano, ma di quello che una volta si sarebbe chiamato “sistema”.
    Quello che a me continua a dare fastidio di quel libro è lo stare con il piede in due scarpe: si prende i meriti della denuncia da reportage e affonda i denti nell’affabulazione romanzesca, senza rispettare nessuna delle due forme e dichiarare da che parte sta. Così, per me, è troppo facile."

    C'è una cosa, però, che vorrei aggiungere: io su Gomorra-film interviste da Cannes a Matteo Garrone non ne ho vista nemmeno una. Però ne ho viste a decine fatte a Saviano, che del film non era il regista, e sul suo libro ne aveva già fatte qualche centinaio.
    Per dire, quando uno vuole mantenere il basso profilo, di solito ci riesce.

    RispondiElimina
  2. Questa cosa che Saviano si sia lasciato intervistare su un film tratto dal suo libro in effetti denota una vanità assolutamente inadeguata, soprattutto se confrontata con l'umiltà comune alla categoria degli scrittori italiani. L.

    RispondiElimina
  3. Ma certo. Accusare la vanità degli scrittori italiani, però, è come sparare sulla croce rossa; già che ci siamo potremmo parlare dell'irrilevanza delle loro opere nel panorama mondiale e, gente, si potrebbe andare avanti per ore.
    Dico solo che dopo centinaia di interviste e almeno un articolo a settimana sui giornali del gruppo Espresso, forse sul film poteva essere più interessante il parere di Garrone.
    Parto dal presupposto che, di solito, le interviste uno le rilascia per promuovere e far conoscere la propria opera: quando l'opera è così straordinariamente conosciuta - al punto che ci scrivono sopra le canzoni, e siamo già a due, per quanto ne so - e così straordinariamente eloquente di suo, mi chiedo, qual è il bisogno che ti spinge a ripetere le stesse cose per la centounesima volta? Devo prenderla come una gentilezza nei confronti del giornalista che ti chiede l'intervista?

    RispondiElimina
  4. vorrei vedere te, dopo aver subito le minacce di morte dalla camorra tutta, che voglia ne avresti di andare per feste e passerelle...
    forse tu ci andresti lo stesso :)

    RispondiElimina
  5. Che io sappia Saviano ha partecipato alla conferenza stampa e basta. Non ha fatto promozione per il film ovvero non ha fatto round table nè interviste singole con la stampa internazionale. Garrone ovviamente sì (io ho fatto l'intervista dopo una austriaca, per dire, e prima ancora era passata una belga e una francese). Riassumendo: chi intervistava Saviano a Cannes? I giornalisti italiani. Quelli stranieri intervistavano Garrone.
    Elaborate, please

    RispondiElimina
  6. Giustamente, la stampa internazionale manda cronisti cinematografici, non generalisti (absit iniuria verbis), e i cronisti cinematografici solitamente si occupano di cinema e non d'altro.

    Comunque, per lasciare questo commento, dovrò scrivere la parola "vulvare".
    Urge parent control.

    RispondiElimina
  7. io non vedo che c'è di male. io farei lo stesso, se sapessi scrivere decentemente. o forse sarei già morta dalla paura. comunque tornavo ora dalla biblioteca e ho visto i libri di marcello fois tradotti almeno in tre lingue, perciò non dite che i nostri scrittori all'estero non se li fila nessuno.

    RispondiElimina
  8. Nerviosa, io non ho detto che i "nostri scrittori" all'estero non se li fila nessuno. Ho parlato di irrilevanza, e intendevo riferirmi al piano tematico-culturale, e al prestigio che ne consegue.
    Se è per questo, Melissa P è tradotta in sessanta paesi, ma ciò non ne fa un orgoglio patrio.

    RispondiElimina
  9. La mia preferita - almeno per ora, ché la classifica è in continuo aggiornamento - rimane "così è troppo comodo".

    RispondiElimina
  10. L'Apocalisse Napoletana è ormai un genere crossover che vende alla grande, ma non dipende da Saviano.

    La cronaca sulla vita di Saviano sta diventando una fiction para-letteraria, e non so dirti quanto dipenda da lui.

    Il libro resta fondamentale, ripeto fondamentale, a prescindere dalla valutazione letteraria che se ne può dare e dalla simpatia personale che si può provare.

    Squarcio devastante sui meccanismi contorti che viaggiano lungo l'asse economia legale/illegale.
    Devastante e modernissimo.

    Non è solo il racconto di gente brutta in posti brutti, ma la descrizione della faccia sporca necessaria a presentarsi puliti puliti nella società che conta.

    Non siamo in presenza di un novello Mario Puzo.

    RispondiElimina