lunedì 17 novembre 2008

Aboliamoli

I concorsi universitari, dico. Sono una grande scemenza. E non perché vincono i raccomandati, anzi. Un professore ha tutto il diritto di scegliere con chi lavorare, di scegliere la persona che pensa contribuirà di più allo sviluppo del suo dipartimento e a cui affiderà la responsabilità di portare avanti i progetti di ricerca. Quindi i professori dovrebbero potersi scegliere (e quindi assumere) i ricercatori che vogliono. Devono poterli pagare con i loro fondi (magari non del tutto, ma almeno in parte) e devono poterli licenziare se questi non raggiungono gli obiettivi. Ovvio che poi devono essere loro, i professori, a rispondere in prima persona per le scelte fatte. Detto altrimenti: anche i professori devono poter essere licenziabili o comunque valutabili sulla base dei loro progressi scientifici. Se assumono dei cretini solo perchè parenti di, cavoli loro. Si ritroveranno con poche pubblicazioni, che in paese normale dovrebbe significare meno fondi, meno prestigio, meno possibilità di fare carriera. Non è difficile, è facilissimo. All'estero, ad esempio - dove ignorano il concetto di concorso pubblico e dove quando gli racconti quello che hai dovuto passare tu per fare il ricercatore, ti guardano com se venissi da Marte - funziona alla grande.
(Poi a me viene sempre il dubbio che questi studenti che si lamentano per i concorsi truccati siano in realtà le più capre tra le capre oppure gli unici senza raccomandazione che se solo ne trovassero una starebbe zitti. Voglio dire, se tu sei bravo dovresti essere tu per primo a volere che il sistema cambi in senso veramente meritocratico)

Nessun commento:

Posta un commento