Qualche tempo fa ho avuto una storia con un tizio che a qualsiasi ora lo chiamassi mi rispondeva: “Ti richiamo io tra un’ora”. Alle volte non chiamava più. Quando lo rifaceva, di solito ben dopo l’ora annunciata, ne valeva comunque la pena. Ecco, con Fabrizio Corona è un po’ così. Ti fa aspettare, detta lui le condizioni logistiche (e comunque no, niente richieste di soldi) ma quando poi lo incontri è gentilissimo e molto professionale. «Vieni, ti faccio vedere la casa», mi dice mentre mi guida nelle stanze di questo bell’appartamento in zona Garibaldi, parquet scuro, enorme divano bianco, cabina armadio stracolmabdi vestiti, bagno con il plasma alle pareti. «Io però non ci vivo, sto da Belen». Belen è, ovviamente, la Rodriguez, compagna di Fabrizio da sette mesi molti dei quali trascorsi sulle copertine dei giornali in quelli che hanno tutta l’aria di essere degli scoop molto ben organizzati. Da quando è iniziata la stagione estiva non c’è settimana che non regali una notizia sulla coppia: dal finto matrimonio in una pasticceria di Sorrento (giuro) fino alle effusioni in barca in Sardegna. L’ultima, in ordine di tempo, è quella che annuncia Corona nel cast di Squadra Antimafia, la fiction in onda in autunno su Canale 5 e prodotta da Valsecchi. «Regista e produttore sono rimasti positivamente scioccati dal mio provino», dice, e non c’è motivo di non credergli. Il dubbio, piuttosto, è come farà un irrequieto come lui a seguire la disciplina richiesta da un set. «Ci provo. Al limite mi licenziano». Da tempo si parla anche di un film di Matteo Garrone ispirato alla sua vita («Ma lì non recito, la mia parte la farà Kim Rossi Stuart»). Poi ci sono i processi, singoli elemenenti di un quadro legale piuttosto intricato. Ecco come lo descrive Corona stesso: «Processo a Milano per Vallettopoli: sono accusato di sette casi di estorsione. A settembre c’è la sentenza. Processo a Potenza: quasi sicuramente sarò rinviato a giudizio. Le accuse sono induzione alla prostituzione e associazione a delinquere. Processo a Torino: assolto in primo grado dall’accusa di estorsione. Poi ci sono quelli per possesso di arma da fuoco, bancarotta, due aggressione a pubblico ufficiale, dieci guide senza patente. In totale sono sette, otto processi».
Esiste il rischio concreto che lei finisca in carcere? Ci pensa?
«La condizionale non ce l’ho più. Dovessi dare uno schiaffo a qualcuno mi faccio tre mesi. Dipende tutto dal processo di Milano per vallettopoli: se vengo condannato, mi faccio dieci anni. Se vengo assolto vanno bene anche gli altri. È come un domino. E no, non ci penso».
Attualmente quali sono le sue fonti di reddito, come guadagna?
«Serate, eventi, gestisco i miei due marchi, gestisco il mio personaggio, vendo altri artisti, faccio consulenze, faccio tremila cose. Se sto tre ore senza lavorare sto male».
Ma non riesce a godersi le cose, a rallentare un attimo?
«Lavorare troppo è sempre stato il mio problema: ha messo in crisi il matrimonio e adesso mi fa litigare con Belen. È più forte di me, non riesco a smettere. Forse soffro di una depressione maniacale: se non sono in azione mi viene deprimo. E poi ho paura di rimanere povero».
Perché questa paura?
«Non so. Ho paura che mi portino via i soldi, come per altro hanno già fatto, e che non mi facciano più lavorare, come è successo a mio padre. Vedere il modo in cui è finita la sua carriera non è stato facile».
In un’intervista a Daria Bignardi ha detto di avercela con quelli che celebrano Montanelli e si dimenticano di citare suo padre, che ha lavorato con lui a “La Voce”.
«Ero ragazzino ma me lo ricordo: all’epoca Montanelli era già un po’ andato. “La Voce” la faceva mio padre».
Nella stessa intervista ha detto anche: “Solo chi ha una storia d’amore con me mi conosce veramente”.
«Uno da fuori si immagina un persona fatta in un modo, ma nell’intimità posso avere anche io momenti di debolezza, di fragilità».
Lei pensa che all’esterno non si vedano?
«Assolutamente. Soprattutto sul lavoro. Pensano tutti che io sia uno squalo senza cuore e invece certe cose ce le ho anche io, solo che me le devi tirare fuori».
La sua dote più grande?
«Io capisco le persone subito, a occhio. Così come ho capito le mie donne. E non è che ne ho avute milioni di donne. Di storie importanti in 35 anni ne ho avuto tre: una modella olandese con cui sono andato a convivere a 20 anni, Nina e ora Belen».
Cosa hanno in comune queste tre donne, oltre a lei, ovviamente?
«La dolcezza. E la serietà».
Lei prima organizzava scoop. Adesso è quello che viene paparazzato. Come si sta dall’altra parte?
«Non organizzavo, lavoravo sulla psicologia: sapevo che se un tizio si era appena lasciato avrebbe avuto un’altra storia e magari davo un aiuto perché succedesse, li facevo incontrare nello stesso locale. Non ho mai pagato nessuna donna per buttarsi addosso a qualcuno».
Le faccio una domanda da lettrice di gossip: perché si ha l’impressione che sui giornali sia tutto finto, concordato?
«Perché in Italia non ci sono le condizioni: nessun direttore di giornale al giorno d’oggi pubblicherebbe certi scoop veri».
E perché non lo fa lei un giornale o un sito dove si pubblicano scoop veri?
«Io voglio stare tranquillo. Prima ero più spavaldo, non guardavo in faccia nessuno e infatti l’ho pagata».
Sta di fatto che lei adesso è dall’altra parte della barricata. Quanto varrebbe una foto di lei con un’altra donna? Ci ha mai pensato?
«Sui 150 mila euro. Lo stesso per un servizio di Belen con un altro. Poi però finirebbe lì, le due nuove coppie non funzionerebbero come funzioniamo io e lei insieme. In questo momento siamo gli unici due personaggi. Non lo dico io per vantarmi, me lo dicono i direttori di giornali: con me e Belen in copertina le vendite aumentano del 30%».
Ma se Belen non fosse famosa le piacerebbe lo stesso?
«Ma che c’entra. A me piacciono le donne. Con Belen c’è sempre stata un’attrazione particolare. Sentimentalmente e sessualmente abbiano una chimica pazzesca».
Vi sposerete?
«No. Però quando ero ragazzino pensavo che nella mia vita avrei avuto tre matrimoni».
Progetti per il futuro?
«Voglio lanciare un canale satellitare di gossip su Mediaset Premium. Una cosa patinata però, un po’ paracula. Oggi come oggi punto solo a fare soldi e a non avere sbattimenti».
(Grazia, luglio 2009.)
(Ovviamente l'intervista è stata fatta e pubblicata ben prima la storia della rissa con Simona Ventura)
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