martedì 28 ottobre 2008

La riforma della scuola passa per il cachemire

Ci ho pensato a lungo, ma alla fine ho trovato una scena da salvare nel per il resto insalvabile film di Matteo Rovere, Un gioco da ragazze. E l'ho pensato due giorni fa, mentre andando all'Auditorium ho incrociato gli studenti che marciavano in direzione Viale De Coubertin. E l'ho ripensato ieri, quando ho preso l'autobus e sull'autobus c'era una scolaresca intera e con tanto di insegnante post sessantottina con i pantaloni bassi e la borsa di lana fatta ai ferri. Comunque, nella scena di Un gioco da ragazze c'è la protagonista che in classe legge Vanity Fair e il professore un po' pirla (in quel momento è un po' pirla, più tardi si dimostrerà totalmente pirla, ma questo è un altro discorso) fa la cosa che fanno tutti i professori pirla in situazioni simili: "Beh, se quello che stai leggendo è interessante, allora condividilo con la classe". La studentessa ricca e viziata non si fa pregare e legge un articolo che indica il cachemire come trend assoluto della prossima stagione (sì, lo so, il cachemire di per sè non è un trend, ma abbiate pazienza, il film ha ben altre lacune che la mancanza di credibilità fashionista). Comunque, il prof pirla preso atto della necessità di indossare cachemire dichiara: "Bene, vedrò di adeguarmi". Al che la studentessa risponde la cosa che qualunque studentessa sveglia e normalmente stronza avrebbe risposto: "Guardi che non se lo può permettere".
Ecco, a me sembra che il problema principale della scuola italiana sia questo, aver ridotto gli insegnanti a una categoria di sfigati pagati male e trattati peggio, salvo poi aspettarsi che il rispetto e la dignità che gli negano sia la scocietà che lo Stato gli venga riconosciuta dagli studenti, non si capisce in nome di che cosa. Una riforma che fa finta di vederlo è prima di tutto non una riforma, ma una semplice operazione matematica per far quadrare i conti e farsi bella con il capo, secondo, è per definizione in cattiva fede. E se la Gelmini può anche aver ragione a voler licenziare gli insegnanti inutili, imboscati e incapaci, dovrebbe però dall'altra parte chiarire in che modo vuol far lavorare di più quelli bravi, aggiornamenti? corsi all'estero? verifiche continue? valutazione da parte degli studenti? qualsiasi cosa, insomma, ma si pensi anche ad aumentar loro lo stipendio, si faccia in modo che il rispetto per una profesione così importante venga prima di tutto riconosciuta dallo Stato sotto forma di un ricompenso economico dignitoso (che di solito porta anche alla rispettabilità sociale. a parte i tassisti, l'equazione maggiore guadagno = maggiore rispetto nella scala sociale di solito funziona). In sintesi: rimettiamo il grembiule agli alunni, sì, e mettiamo il cachemire agli insegnanti.

6 commenti:

  1. Sono d'accordo su tutto.
    In più il cachemire fa risparmiare sul riscaldamento.
    Lo diceva Formigoni, mi pare.

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  2. Momento.
    Se agli insegnanti il cachemire, ai producer tv come minimo la pashmina.
    Eh.

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  3. Hai detto proprio bene: insegnanti ridotti a sfigati. Ma poi, perchè? Perchè quelli che ti danno regole ed orari son noiosi? Ma se lo fanno anche i capoufficio!!

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